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LO ZEN E L’ARTE DEL DISEGNO, VOL. 2
18 Maggio 2010
Silvio Speca, una passione per il colore e il movimento, anche fisico: ha iniziato professionalmente in Germania (il Muro non era ancora crollato…), ha pubblicato in Francia e Spagna, lavora in Italia. Oggi risiede in un “eremo” in Abruzzo, perché – dice lui – tanto c’è internet.
Lungo il percorso ha collaborato con Disney, Rizzoli, Piemme, Rainbow, solo per citare alcuni nomi, e pubblicato anche opere originali. Una persona attiva, non c’è che dire.


Ci siamo conosciuti sviluppando assieme un progetto sul disegno molto divertente, stimolante, bello, per un cliente importante che… l’ha rifiutato! Non tutte le ciambelle possono riuscire con il buco. Tu che dici?
No. L’importante è che almeno qualcuna riesca. Ogni tanto.

Anche tu, mi sembra di capire, hai scoperto la tua passione precocemente.
Come quasi tutti i disegnatori le prime esperienze risalgono all’infanzia; però a differenza di altri, forse, più che disegnare mi piaceva colorare.

Non mi sorprende, visto il nome del tuo blog (La casa del colore, n.d.r.)
Quando andavo a scuola mi piaceva dipingere, rifarmi alla pittura. La passione per il fumetto è arrivata più tardi, verso l’adolescenza. Per essere coerente, dopo le medie, prima di iscrivermi alla Scuola del Fumetto, ho frequentato una scuola per tipografi e molti anni dopo l’Accademia Disney.

Che cosa ti ha spinto a iniziare?
Sono un tipo entusiasta e come tale ho sempre seguito l’emozione della scoperta; la cosa fondamentale è sempre stata quella di disegnare e colorare, il “che cosa” non ha mai avuto molta importanza.

Disegnare a ogni costo…
Sì. Il mio percorso è costellato di esperienze diversissime tra loro: ho disegnato gioielli, affreschi per ristoranti, cartoline d’auguri, cartoni animati, fumetti fino ad arrivare, addirittura, a scenografie per un parco di divertimenti.

Ci sono personaggi, esperienze cui sei particolarmente legato?
Da un punto di vista professionale sono ovviamente legatissimo a Karl & Klee, il mio fumetto pubblicato in Francia (Vents d’Ouest) e poi tradotto in Spagna e in Italia (per Planeta DeAgostini, in due volumi), per il quale mi è stata data la possibilità di portare avanti un’idea in tutta libertà.
Ma le esperienze che ricordo con piacere sono tante. In particolare tengo molto all’insegnamento; trovo che lo scambio con gli allievi mi arricchisca tantissimo. In cambio di un’informazione che do ricevo diversi punti di vista da analizzare: è sempre un’occasione per approfondire e studiare un tema a me caro come il colore.

Quali sono le tue preferenze artistiche?
Mi interessa tutto ciò che è legato al linguaggio visivo, in pittura il periodo degli impressionisti, Klee e Van Gogh sono gli artisti che prediligo. Poi i grandi del fumetto, da Moebius a Gimenez, nell’animazione Miyazaki, insomma tutti quelli che lavorano con passione, che nel loro lavoro riflettono una ricerca interiore.

Dicevamo che hai pubblicato all’estero. Come ci sei arrivato?
Grazie a internet! Non ho mai conosciuto personalmente il mio editor. Avevo dei disegni nel cassetto - chi non ne ha? - e seguendo i consigli che si trovano nei vari siti delle case editrici francesi ho preparato il dossier da inviare, un breve soggetto, tre tavole complete di balloon e alcuni studi dei personaggi. Ho inviato il tutto e per merito o per grazia la risposta è stata immediata e positiva.

Ma bisogna per forza andare all’estero? Quali sono le differenze che hai riscontrato rispetto all’Italia?
Il rispetto per la professionalità. Sia in Germania sia in Francia ho costatato una maggiore serietà e considerazione per il nostro lavoro; in Italia, purtroppo, il disegnatore è ancora una figura che non ha una sua credibilità professionale.

Progetti per il futuro?
Il cassetto è sempre pieno, anche se non sempre va bene. Comunque ho in preparazione un progetto insieme a uno sceneggiatore francese. Ma non dico nulla… incrocio le dita e basta.

Che consigli daresti a chi vorrebbe fare il vostro mestiere?
HAHAHAHAHAH…scusate. Pazienza e costanza, da utilizzare in maniera alternata. Penso che non basti il talento per diventare dei disegnatori professionisti; come ogni lavoro anche il nostro richiede disciplina, continuità e capacità di adattamento.

E quello che proprio uno non dovrebbe fare?
Rilassarsi troppo… Si dovrebbe cercare di disegnare in maniera continua, la crescita avviene attraverso la pratica, che crea l’esperienza. Rimanere per troppo tempo senza disegnare non è costruttivo: come ogni atleta abbiamo bisogno di esercizio quotidiano.

Capito?
 Silvio mentre lavora... e riflette.
Riflettere è importante.









 Una tavola da Karl & Klee.








Per chi volesse conoscere meglio Silvio e il suo lavoro

http://www.silviospeca.com

http://specasilvio.blogspot.com